Mostra fotografie di Arsen Revazov, Venezia e l’Italia in 4D

Venezia e le bellezze artistiche italiane in 4D, grazie a delle foto in bianco e nero realizzate con la particolare tecnica dello sviluppo a luce infrarossa: si chiama “Italy from the fourth dimension” la mostra inaugurata in Frezzaria a San Marco (civico 1732/34), a due passi dal teatro La Fenice, curata dall’artista russo Arsen Revazov e da Ar33 Studio.

L’amore di Arsen Revazov per Venezia è andato oltre quello di altri: dopo aver visitato e vissuto nel capoluogo lagunare ha deciso di prenderci anche casa, di imparare a parlare l’italiano, un po’ il veneziano e di cercare in città anche uno spazio per esporre le sue opere. La galleria conta 28 fotografie, molte di queste rappresentano Venezia, le sue bellezze ma viste con una visione diversa dal solito. Con quel concetto di quarta dimensione che rappresenta il marchio di fabbrica degli scatti di Revazov. «Per le mie opere ho scelto il formato 6×6 obbligato dal Tesseract perché volevo fotografare le piazze – spiega l’artista – Ho girato quasi tutta la serie con un Alpa ©. Amo questa fotocamera. È affidabile come un coltellino svizzero e sofisticata come un orologio svizzero. La doppia esposizione è il metodo che ho usato per scoprire ciò che l’Italia ha e deve guardare come se fosse nella quarta dimensione. Si tratta di un semplice trucco ed è stato utilizzato (anche se raramente) dal XIX secolo. Si fanno due scatti con un solo negativo. Cioè, si prende uno scatto e non si riavvolge il film. E poi ancora una volta si preme e si scatta sullo stesso negativo. Non è difficile: basta ridurre l’esposizione di un terzo. Non è come se in mano aveste una macchina fotografica digitale dove è possibile vedere un’anteprima. E non come Photoshop dove si può nascondere un livello, sistemare un livello. Bisogna pensare a due fotogrammi contemporaneamente, che è l’idea della quarta dimensione: si deve immaginarla per recuperarla. Sì, è complicato. Ma non troppo se si usa la mente».

La magia della visione in 4 D nel momento in cui Revazov va a stampare la regala poi la luce infrarossa. «Molti mi chiedono perché uso la luce infrarossa. Semplice: perché è invisibile. Scatto oggetti creati dalla natura che la mente umana non potrebbe mai vedere, perché la retina nei nostri occhi non rileva fotoni in questo intervallo. Quindi, il mondo nelle mie opere è uguale alla realtà ma allo stesso tempo un po’ diverso. È molto simile al nostro mondo, ma non è abbastanza simile a ciò che vediamo». Una visione, quella dell’artista russo, romantica ma allo stesso tempo rivoluzionaria. «Fondamentalmente fotografo un mondo che non è ovvio, scontato. Un mondo che si trova vicino a noi, ma non è quello che vediamo noi. E quando ho aggiunto la doppia esposizione alla luce infrarossa, improvvisamente ho capito anche che cosa l’Italia deve e può guardare nella quarta dimensione».

BY: VENEZIOTODAY

SOURCE: http://www.veneziatoday.it/eventi/mostre/fotografie-venezia-4d-arsen-revazov.html

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